Ancora una volta il teatro di qualità passa dal Franco Parenti. Il particolarissimo teatro milanese, difatti, ospiterà uno spettacolo imperdibile per una duplice ragione: innanzitutto per la qualità dell’opera inscenata e soprattutto per l’interprete che sarà padrone del palco per l’occasione.
Sarà in scena, al Teatro Franco Parenti dal 30 gennaio al 1 febbraio, “Bartleby lo scrivano – Una storia di Wall Street” interpretato dal sublime Daniel Pennac.
Per la regia di Francois Duval, il testo adattato da Pennac sarà interpretato in francese dallo stesso.
Daniel Pennac, tra i più importanti autori parigini contemporanei e insignito tra gli altri del Premio Grinzane Cavour (2002) e della Legion D’Onore per Arti e Letteratura (2005), è autore dei sei racconti della famosa “Saga Malaussène” incentrata sul tema del capro espiatorio e sulle ironiche vicende di una strapalata famiglia, oltre che di alcuni saggi (“Come un romanzo”, “Diario di scuola”) e racconti (“Ecco la storia”, “Grazie”) di grande successo. Personalità dall’importante caratura intellettuale è autore ironico, capace di fornire un valore aggiunto in grado di rendere unica l’opera in scena.
“Bartleby lo scrivano”, ambientato a New York, tratta di un titolare di uno studio legale di Wall Street alle prese con i suoi strambi dipendenti Turkey, Nippers, Ginger Nut, ma soprattutto con il neoassunto Bartleby. Quest’ultimo grazie al suo “preferirei di no” finisce per evitare di compiere qualsiasi compito gli venga ordinato sino a trasformar il racconto in una divertentissima storia carica d’ironia.
La rappresentazione è tratta dal racconto “Bartleby the Scrivener” di Herman Melville, ovvero il padre di uno dei capolavori della letteratura americana, il famosissimo romanzo “Moby Dick”, oltre che ad altri due romanzi di successo quali “Typee” (1846) e “Omoo” (1847).
“Bartleby lo scrivano – Una storia di Wall Street” è il racconto più celebre dello scrittore statunitense, inizialmente pubblicato anonimo nel 1853 sulla rivista Putnam’s Magazine per poi essere successivamente inserito nella raccolta “The Piazza Tales” nel 1856, è inoltre considerato un precursore dell’esistenzialismo e della letteratura dell’assurdo. Considerato tra i racconti più famosi della letteratura nordamericana, è ispirato da letture di Emerson e anticipa alcuni temi tipicamente kafkiani.